gdoitaliana.it

trend-settore-ittico-2023

Nonostante una lieve contrazione nel primo semestre del 2023, il trend settore ittico del 2023 ha ancora delle opportunità di crescita per il resto dell’anno, grazie a diversi fattori positivi. Tra questi, la riduzione dei prezzi di alcuni crostacei, come granchi e aragoste, che ha favorito l’aumento delle vendite di questi prodotti.

Queste informazioni comportano sicuramente un forte cambiamento nel mondo dell’Ingrosso, così nei supermercati e per tutti coloro che vanno a fare la spesa. Anche se in alcuni casi le percentuali variano di qualche punto, i prezzi variano moltissimo, non solo per gli operatori della GDO, ma anche per i consumatori finali.

I dati per i trend del 2023 del settore ittico

Il settore ittico fresco ha subito una contrazione dello 0,9% pari a 3,27 miliardi di dollari nel primo semestre del 2023, con una diminuzione delle unità del 1,7%.

I pesci a pinne hanno rappresentato il 60% delle vendite totali, pari a 1,97 miliardi di dollari, con una lieve crescita dello 0,2% in dollari, ma una riduzione del 3,1% in unità, a causa dell’inflazione. Ad esempio, i prezzi al dettaglio del salmone fresco sono saliti dell’1,3% a maggio e hanno continuato ad aumentare nei mesi successivi.

Il salmone è stato il protagonista assoluto del settore ittico fresco, con il 71% delle vendite di pesci a pinne nel primo semestre dell’anno, per un totale di 1,4 miliardi di dollari. Le vendite di salmone sono cresciute del 2% in dollari, mentre le unità sono rimaste stabili. Il successo del salmone si deve al suo elevato profilo nutrizionale e salutare.

Tra i pesci a pinne, il merluzzo (-14,4%), la trota (-3,1%) e la tilapia (-2,2%) hanno subito le maggiori perdite nel primo semestre del 2023. I crostacei, invece, hanno registrato una leggera flessione dell’1% in valore, ma un aumento del 2,4% in unità.

Questo si spiega con il calo dei prezzi di granchi e aragoste, che ha stimolato la domanda per queste specie. Il granchio è stato il prodotto più venduto tra i crostacei, con un incremento del 13,9% in valore e del 26,6% in unità.

trend-prodotti-ittici-italia-2023

L’aragosta fresca ha visto una diminuzione dell’8,3% in valore, ma un aumento del 3,4% in unità, grazie alla deflazione. Il granchio e l’aragosta hanno beneficiato di condizioni vantaggiose per i consumatori, che li hanno preferiti ad altri prodotti ittici più cari.

Il trend a livello mondiale

100 miliardi di euro. Questa è la cifra che ha superato il commercio mondiale del pesce fresco nel 2021. Grazie al recupero repentino avvenuto successivamente all’anno pandemico: infatti nel 2020 abbiamo avuto un calo del -9.6% nel mercato ittico, mentre, gli scambi internazionali sono aumentati già nel 2022 del +11.7%.

Principali Esportatori di prodotti Ittici:

  • Norvegia (10.8%)
  • Cina (6.9%)
  • Vietnam (5.9%)
  • Paesi Bassi (5.3%)
  • Danimarca (4.8%)

Principali Importatori di prodotti Ittici:

  • Giappone (9.2%)
  • Stati Uniti (8.7%)
  • Cina (7.6%)
  • Spagna (5.4%)
  • Francia (4.3%)

Nel 2021, il settore ittico italiano ha mostrato segni di ripresa, con un aumento del valore delle prime vendite del 3,7% nei primi nove mesi dell’anno. Questo dato è superiore alla media europea, che si è attestata al 2,9%.

Tra le categorie più richieste, spiccano il salmone (+34,7% in volume) e il tonno (+12,4% in valore). Una delle categorie più dinamiche, che ha favorito l’incremento del dato nazionale, è stato il salmone, il cui consumo è aumentato del +34,7% in volume solo nei primi mesi dell’anno.

Nel settore ittico globale, e soprattutto nel salmone, spicca il gruppo lituano Viciunai Group, attivo da oltre 30 anni nella produzione e distribuzione di prodotti ittici in molti paesi, tra cui l’Italia. Le cinque specie più consumate nell’UE, che coprono il 43% del consumo apparente totale di prodotti ittici, sono prevalentemente d’importazione: tonno (18%), salmone atlantico (12%), merluzzo atlantico (6%), gamberetti e gamberoni (4%) e acciughe (3%).

Il consumo pro capite medio nell’UE è stato di 24 kg nel 2020, con una diminuzione dell’1% rispetto al 2019. I maggiori consumatori sono stati Portogallo (56 kg), Spagna (46 kg), Lituania (44 kg), Francia (34 kg) e Svezia (32 kg).